Il termine “figuratività” ha nel metalinguaggio della semiotica generativa, il filone di studi che ha origine nei lavori di Algirdas Julien Greimas, delle caratteristiche del tutto peculiari: se da un lato rinvia all’uso corrente della parola (quello per cui un’opera d’arte è figurativa), dall’altra un elemento testuale è detto figurativo (è, cioè, una figura) se ha un suo corrispettivo nel mondo naturale. Con questa espressione, ripresa da Merleau-Ponty, Greimas si riferisce al mondo dell’esperienza sensibile, in quanto però già organizzato e culturalizzato, e quindi già dotato di senso. All’interno dei testi, il livello figurativo corrisponderà a quel livello “concreto” delle variabili che già Propp aveva individuato in opposizione a quello invariante e astratto delle funzioni narrative. Il presente volume è una introduzione alla teoria della figuratività e insieme una riflessione critica sul ruolo del figurativo, a partire dai modi in cui tale concezione è nata e si è sviluppata. Dall’indagine emerge la grande validità euristica della nozione e la sua rilevanza teorica, ma anche i nodi irrisolti e i problemi metodologici, le cui radici vanno spesso rintracciate nei modi in cui la teoria si è sviluppata, tra rotture, ripensamenti e ridefinizioni. Sullo sfondo il problema, più volte dibattuto, della natura del percorso generativo e dell’autonomia dei vari livelli in cui si articola.
Paolo Bertetti svolge attività didattica e di ricerca all’Università di Siena. Dottore di Ricerca in Semiotica e Psicologia della Comunicazione Simbolica, si occupa prevalentamente di teoria semiotica e di semiotica del testo, in particolare audiovisivo. È stato segretario e poi vice-presidente dell’AISS. Tra le sue ultime pubblicazioni i volumi Il mito Conan. Identità e trasformazioni di un personaggio seriale tra letteratura, fumetto, cinema